Piscina e infezioni: precauzioni contro la Pseudomonas aeruginosa e altri batteri

Quando si parla di piscine e infezioni, in primo luogo occorre specificare che la proliferazione di microrganismi patogeni come virus, funghi e batteri dipende da diversi fattori: dai parametri chimici dell’acqua al livello di pulizia, dal comportamento dei bagnanti alle condizioni metereologiche esterne. Qualunque sia il motivo, l’acqua della vasca può facilmente trasformarsi in un incubatore di batteri che, se non eliminati per tempo, possono mettere a rischio la salute dei bagnanti. In questa guida si fa chiarezza sui rischi derivati da uno dei batteri più diffusi nell’acqua delle piscine, la pseudomonas aeruginosa, e si offrono alcuni suggerimenti per limitare al minimo i rischi legati alla proliferazione di batteri.
Cos’è la pseudomonas aeruginosa
Pseudomonas aeruginosa è un organismo patogeno che colpisce soprattutto individui con difese immunitarie o barriere fisiche compromesse; non a caso è uno dei principali microbi coinvolti quando si verifica la resistenza a più antibiotici e la maggior parte delle volte le infezioni si contraggono in ospedale. Anche le piscine, però, possono rappresentare un pericolo, nel momento in cui non si provvede a una corretta igienizzazione dell’acqua.
L’infezione da Pseudomonas aeruginosa si verifica in tre fasi: attacco del patogeno e colonizzazione, infezione locale, ingresso nel sangue e malattia sistemica. Le infezioni da Pseudomonas aeruginosa possono portare a diversi sintomi e malattie associate: problemi respiratori, endocardite, meningiti, otiti, problemi agli occhi, osteomielite, problemi gastrointestinali e alle vie urinarie, con sintomi che possono variare dalla febbre alla disidratazione, ad ascessi, noduli e lesioni emorragiche e necrotiche. Le infezioni causate da questo batterio necessitano un trattamento con farmaci antimicrobici, in alcuni casi può rendersi necessario l’intervento chirurgico per eliminare il tessuto necrotico o drenare ascessi.
Pseudomonas aeruginosa e piscine
Sono stati condotti diversi studi sula prevalenza del batterio Pseudomonas aeruginosa sia in piscine che in vasche idromassaggio. Un gruppo di ricercatori americani, in particolari, rilevò che su un campione di 8 piscine e 2 vasche idromassaggio pubbliche e una vasca idromassaggio privata, il 21% dei campioni era positivo per la Pseudomonas aeruginosa e tutti i batteri isolati, analizzati per l’antibiotico-resistenza, risultavano resistenti ad almeno un antibiotico. Un aspetto rilevante dello studio è che il rischio principale relativo all’infezione si legava, più che alle piscine, alle vasche idromassaggio e vasche termali. Queste ultime, infatti, impiegano acqua scaldata ad alte temperature, possiedono un sistema di tubazioni più difficile da disinfettare e rilasciano nell’acqua un maggior numero di composti organici di derivazione cutanea, a causa dei potenti getti d’acqua.
Precauzioni e normative
Per alcuni soggetti fragili, il contatto con alcuni tipi di batteri può rappresentare un problema per la salute. Ad esempio, Pseudomonas aeruginosa è un batterio frequente nelle vie aeree delle persone con FC, alle quali è sconsigliata la frequentazione di terme, idromassaggio e luoghi dove è presente acqua dolce calda vaporizzata, ambienti favorevoli alla proliferazione di Pseudomonas. Le piscine più sicure da questo punto di vista sono quelle aperte con acqua salata, dal momento che il sale presente in acqua favorisce la rimozione dei secreti respiratori. Nel caso di una piscina chiusa con acqua disinfettata, occorre verificare la presenza dei requisiti dell’accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003:

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il gestore deve esporre un documento che comunichi la classificazione della piscina, la capienza, il numero massimo di persone che può accogliere contemporaneamente, il numero massimo di bagnanti per singola vasca;
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il regolamento per i frequentatori della piscina deve essere esposto;
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il gestore è tenuto a effettuare controlli giornalieri dai quali risulti almeno uno dei seguenti parametri: temperatura dell’acqua, pH, cloro attivo libero, cloro attivo combinato, numero bagnanti, quantità e prodotti impiegati per la disinfezione dell’acqua, prelievo dei campioni per analisi chimica e microbiologica, data rinnovo totale dell’acqua nella vasca, lettura del contatore.
Tuttavia, occorre precisare che questa normativa è legata soltanto alle piscine per uso natatorio, mentre non esiste un regolamento specifico sui parametri igienico-sanitari di vasche idromassaggio e vasche termali.
Sicurezza in piscina e prevenzione delle infezioni
Le tipiche infezioni da piscina sono quelle della pelle, come verruche e micosi, ma anche infezioni gastrointestinali (più comuni fra i bambini) e le infezioni localizzate come otite, congiuntivite e infezioni genitrali. Le principali cause delle infezioni in piscina sono:
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concentrazione di cloro troppo bassa;
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sistemi di filtrazione inadeguati;
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livelli sbilanciati di pH, che inibiscono il potere di disinfezione del cloro;
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piscina sovraffollata.
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pavimentazioni, scalette, trampolini non disinfettati.
La clorazione viene svolta proprio per scongiurare la trasmissione di infezioni, ma per evitare qualsiasi rischio è bene adottare alcuni comportamenti responsabili:
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evitare di camminare scalzi, in quanto il cloro non agisce sui pavimenti e i bordi della piscina ed è possibile che si depositino materiali infetti;
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fare la doccia prima e dopo il bagno, per evitare di portare batteri in acqua ed eliminare qualsiasi microrganismo a fine nuotata;
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evitare di immergere le orecchie in acqua, soprattutto se si soffre di otiti frequenti;
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monitorare il pH della piscina ed eseguire in maniera corretta i trattamenti di disinfezione.
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